Tra riuso e riciclaggio, anche i vestiti diventano sostenibili.
I temi del riciclo e della sostenibilità sono attualissimi, e sempre più persone stanno aprendo gli occhi sull’importanza di salvaguardare il nostro ormai fragile pianeta e su problemi quali il surriscaldamento globale, l’inquinamento, l’eccessivo uso di plastica e via dicendo.
Perfino la moda lo fa, come testimonia anche il fenomeno del vintage che negli ultimi anni ha preso sempre più piede. Quel che è certo è che tutti noi tendiamo ad accumulare vestiti che per diversi motivi non possiamo più utilizzare: vuoi perché non ci piacciono più, vuoi per un cambio di taglia o perché troppo rovinati. Per far fronte a questa esigenza spopolano soprattutto tra i giovani diverse applicazioni che ci permettono di vendere i vestiti che non usiamo più, così da garantire loro una seconda vita evitando sprechi e guadagnandoci perfino qualcosa.
Tanti altri italiani, magari meno avvezzi all’uso di piattaforme digitali, scelgono invece di buttare i vestiti negli appositi cassonetti/raccoglitori presenti ormai in ogni quartiere. Ti sei mai chiesto dove vanno a finire questi vestiti?
A seconda delle loro condizioni e dei materiali di cui si compongono, vengono riutilizzati oppure riciclati. Parlando di riuso, una volta raccolti dai cassonetti i vestiti vengono mandati a degli Enti che si occuperanno di selezionare quelli effettivamente riutilizzabili, di igienizzarli e infine di immetterli sul mercato, destinandoli così a nuovi consumatori. I capi che non possono essere salvati perché in cattive condizioni, invece, vengono riciclati ovvero, se possibile, subiscono un processo di trasformazione finalizzato a garantire loro una nuova vita. Attraverso il riciclo meccanico, ad esempio, vengono triturati per essere trasformarli in fibre di lunghezza inferiore.
Grazie a questa tecnica possono diventare materiali per imbottiture di sedie o sedili delle auto, stracci per pulire e tanto altro!